Quadragesimo, suddiacono
Morì alla fine del VI secolo
Il Martirologio Romano, al 26 ottobre, riportava tra l'altro questa nota: Item sancti Quadragesimi suddiaconi, qui et mortuum resuscitavit ovvero: "C'è inoltre il ricordo di San Quadragesimo, suddiacono, che risuscitò perfino un morto". Altro il Martirologio non ci dice.
Il Surio (Historiae seu vitae sanctorum, vol XI (November), pagg. 956-957 , Marietti, 1879) tuttavia riporta il seguente articolo:
''Il
primo che
abbia nominato questo santo è S. Gregorio Magno, nel Libro
II dei Dialoghi,
cap. 17. Da questa fonte, e non dalle tavole di qualche chiesa o da
altre
testimonianze, il Baronio ricavò il nome di Quadragesimo,
come egli stesso
afferma nelle Note.
Ecco
ciò che
di questo santo dice Gregorio Magno:
"Ai
nostri tempi ci fu un uomo, di nome Quadragesimo, Diacono della chiesa
di
Bussento (Tutti sono d'accordo che Bussento, scomparso da molti secoli,
fosse
un paese della Lucania, cioè della Basilicata, e che
Bussento
fosse dove ora è
Policastro), che soleva pascere il gregge delle sue pecore dalle parti
della
stessa Aurelia (nota del Surio: La parola "ejusdem" per natura si
riferisce ad un nome precedente. Ma né nel capitolo
precedente,
né altrove nei
Dialoghi si fa menzione di Aurelia. E da nessuna parte, né
in
Gregorio né
presso altri autori antichi o recenti si trova una parte della Lucania
chiamata
Aurelia. Con questo nome si designava una via pubblica e militare in
Etruria.).
Per la sua narrazione di uomo veritero fu conosciuto una cosa
straordinaria che
era avvenuta in segreto. Egli dunque, come dicemmo, mentre aveva cura
del suo
gregge in Aurelia, negli stessi giorni c'era al Monte Argentario un
uomo di
venerabile vita, che rispettava con la vita l'abito di monaco, che
indossava. Egli era consueto venire tutti gli anni alla chiesa di S.
Pietro
principe degli Apostoli e chiese al predetto Suddiacono Quadragesimo
ospitalità, come egli stesso narrò. Alcuni giorni
dopo il
suo arrivo morì il
marito di una povera donna; che, lavato e rivestito secondo l'uso, non
poterono
seppellire perché era sopraggiunta la sera del Sabato.
Perciò vicino al corpo
del defunto sedeva la vedova, che passando tutta la notte in pianto,
sfogava il
dolore in continui lamenti. Ma poiché questo lamento
continuava,
e non cessava
in nessun modo, l'uomo di Dio, che era stato ospitato, colpito disse al
suddiacono Quadragesimo: " l'anima mia è colpita dal dolore
di
questa
donna, perciò ti prego, alzati e preghiamo". Si recarono
dunque
insieme
alla vicina chiesa e si dedicarono all'unisono alla preghiera. Dopo che
ebbero
pregato a lungo, il servo di Dio propose a Quadragesimo di terminare
l'orazione. Conclusala, raccolse la polvere dal basamento dell'altare e
con lo
stesso Quadragesimo si avvicinò al corpo del defunto, e si
rimise a pregare.
Avendo pregato a lungo, diversamente da prima, volle che il suddiacono
concludesse la preghiera ma egli stesso diede la benedizione e subito
si alzò.
E
poiché
nella mano destra portava la polvere che aveva raccolta, con la
sinistra
sollevò il panno che velava la faccia del defunto. Appena la
vedova glielo vide
fare, cominciò a contraddirlo violentemente, e a chiedere
che volesse fare.
Sollevato dunque il panno, con quello con cui aveva raccolto la
polvere,
strofinò a lungo la faccia del morto. E avendolo strofinato
a lungo quello
riprese il respiro, sbadigliò, aprì gli occhi e
si mise a sedere
meravigliandosi di ciò che gli accadeva intorno, come se si
fosse svegliato da
un sonno profondissimo. E quando la donna, stanca per i lamenti, vide
ciò, per
la gioia cominciò a piangere ancora più forte e a
gridare di più. E l'uomo di
Dio la trattenne con cortese proibizione dicendo: "Taci, taci, e se
qualcuno vi chiede che sia avvenuto, dite solo che è opera
del Signore Gesù
Cristo".
Disse così e uscì dalla casa. Subito lasciò il suddiacono Quadragesimo e non comparve più in quel luogo. Infatti, fuggendo gli onori temporali, fece in modo che non fosse più visto in questa vita da quelli da cui era stato visto in tanta virtù."
La Bibliotheca Sanctorum ( riporta il seguente articolo (a firma di Agostino Amore), breve ma a parer mio definitivo, anche alla luce della traduzione sopra riportata:Home
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